Le arti marziali vengono spesso erroneamente scambiate per attività aggressive legate alla sola tecnica di combattimento e di autodifesa. In realtà si tratta di un’analisi parziale che non tiene conto dei numerosi benefici che chi le pratica può riscontrare.
Scopriamo quali sono le arti marziali, analizzandone 7 tra le più amate e diffuse.
Le arti marziali e i loro benefici
Da un punto di vista fisico, quello delle arti marziali è un workout che migliora la flessibilità delle articolazioni, aumentando forza e resistenza. Praticando le arti marziali potrete lavorare sulla schiena e sulla tonificazione muscolare. Da un punto di vista psicologico i vantaggi sono in termini di una maggiore autoconsapevolezza e sicurezza nei propri mezzi.
Conoscendo i movimenti tipici dell’autodifesa, inoltre, potrete vantare una calma invidiabile anche in situazioni di potenziale pericolo. Le arti marziali infatti, mirano al controllo dell’energia vitale che allontana energie negative e insicurezze di varia natura.
Ecco quali sono le 7 arti marziali più praticate
- Judo. Fu introdotta da Jigorō Kanō, nel 1882, in Giappone. Si tratta di un’arte marziale molto popolare, basata essenzialmente su proiezioni e prese. Una disciplina piuttosto tecnica, utile soprattutto per la difesa personale. Uno Judoka che si rispetti deve saper sfruttare lo slancio dell’avversario a proprio vantaggio, in modo da portare il combattimento a terra. Il judo è diventato ufficialmente disciplina olimpica nel 1964, in occasione delle Olimpiadi di Tokyo.
- Kickboxing. È un’arte marziale che combina tecniche di pugno tipiche della boxe inglese, ai calci del karate. Si tratta di una disciplina che consiste nell’eseguire esercizi che allenano i riflessi e rafforzano corpo e mente, abbassando i livelli di stress. Nel praticare la kickboxing però, attenzione all’anca, la zona spesso più esposta ad infortuni e dolore.
- Il Tai Chi Chuan. È la suprema arte di combattimento: un’antica arte marziale cinese basata sul concetto taoista di Ying-Yang, ossia l’alleanza degli opposti. Nasce come sistema di autodifesa, trasformatasi nel tempo, in un’efficace pratica di salute e benessere. Quest’arte marziale contempla movimenti lenti e circolari simili ad una sorta di danza, una sequenza di esercizi denominati “forma lenta”. Trai i benefici riscontrabili annoveriamo: movimenti rilassati, maggiore consapevolezza del proprio corpo, migliore respirazione. Praticare queste tecniche rende il corpo più agile e armonioso, a vantaggio di postura, sistema nervoso e circolazione.
- MMA – Arti marziali miste. Il Mixed Martial Arts è uno sport da combattimento a contatto pieno, il cui regolamento consente l’utilizzo sia di calci, pugni, gomitate e ginocchiate, sia di tecniche di lotta come proiezioni e prese. Oggi le arti marziali miste si sono evolute in uno stile che mescola elementi diversi tra loro.
- Kung-fu. Letteralmente: “raggiungimento dell’abilità e della maestria da parte dell’uomo”, ossia uno degli obbiettivi più importanti per chi pratica arti marziali. Il Kung Fu è l’insieme di tutte le Arti Marziali Tradizionali Cinesi. La parola “Kung Fu” è un termine generico in quanto letteralmente significa “esercizio eseguito con abilità”, e potrebbe riferirsi quindi ad attività diverse dalle Arti Marziali. Per indicarle i cinesi spesso utilizzano anche altre espresioni.
- Ju-Jitsu. Il Ju Jitsu è un’antica lotta giapponese eseguita a mani nude. La parola Ju Jitsu significa cedevolezza, flessibilità quindi la sua traduzione è arte della cedevolezza e flessibilità o dolce arte. Figura tra le più note e antiche arti marziali giapponesi. Unisce la tecnica del judo fatta di prese e proiezioni, alle tecniche tipiche del Karate, ossia calci e pugni.
- L’aikidō. È un’arte marziale giapponese, conosciuta anche come Budo, praticata sia a mani nude, sia con le armi bianche tradizionali, tipiche di questa disciplina. I praticanti sono chiamati aikidoka. La disciplina fu introdotta da Morihei Ueshiba negli anni 30 del 900’. L’aikido si fonda sulla ricerca del migliore comportamento difensivo atto ad evitare la contrapposizione e a favorire il disimpegno dal combattimento.